LA SINDROME DI PROCUSTE: CHI DENIGRA I SUCCESSI ALTRUI

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Il mito greco di Procuste narra che questo personaggio era un locandiere che gestiva una taverna fra le colline di Attica. Lì, offriva alloggio ai viandanti, nascondendo la sua vera natura, tutt’altro che amichevole.

Procuste possedeva un letto dove invitava tutti i viaggiatori a coricarsi. Durante la notte, quando i malcapitati dormivano, ne approfittava per imbavagliarli e legarli. Se la vittima era più alta e piedi, mani e testa le sporgevano dal letto, procedeva a tagliarli. Se la persona era più bassa, la stirava, rompendole le ossa per far quadrare le misure.

Questo personaggio oscuro perpetrò le sue azioni macabre per anni, finché non giunse un uomo molto speciale: Teseo. Come sappiamo già, questo eroe aveva acquisito fama per aver affrontato il Minotauro dell’isola di Creta e per esser diventato in seguito il re di Atene. Si narra che, quando Teseo scoprì ciò che quel sadico faceva di notte, decise di sottoporre Procuste allo stesso supplizio che imponeva a tutte le sue vittime.

Da allora, si è diffuso un avvertimento a titolo di proverbio che recita quanto segue:
“Fa’ attenzione, ci sono persone che, quando vedono che hai idee diverse o che sei più brillante di loro, non ci pensano due volte a metterti sul letto di Procuste”

Chi è affetto da sindrome di Procuste ha un’invidia aggressiva celata nei confronti degli altri in ambito affettivo, sportivo, politico o lavorativo.

Quando si trovano di fronte ad una persona brillante, intraprendente, creativa e in grado di superarli in più di un aspetto, non esitano a escogitare mille stratagemmi e vili sotterfugi per annullarla, umiliarla e relegarla in un angolo dove smetta di essere “un rischio” e/o dove non può intaccare il loro sentirsi inferiori.
Finchè, come nel mito, non arriva il Teseo che punisce il Procuste della situazione, Teseo può essere la persona stessa che è vittima e ribalta il suo ruolo.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

PER ALLEVIARE IL DOLORE DIVENTA UN LAGO

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Un giorno un ragazzo molto infelice si recò da un saggio maestro e gli raccontò della sua triste vita, chiedendo una soluzione. Il maestro lo ascoltò a lungo senza interromperlo, poi disse al ragazzo di mettere un pugno di sale in un bicchiere e di berlo.

“Che sapore ha?” chiese il maestro.

“Terribile.” esclamò il ragazzo.

Il maestro sorrise e chiese al ragazzo di prendere un’altra manciata di sale e di gettarla nel lago. I due camminarono in silenzio fino al lago poco lontano e quando il giovane gettò la manciata di sale nel lago il maestro disse:

“Adesso bevi l’acqua.”

E come il giovane bevve, il maestro chiese:

“Che sapore ha?”

“E’ buonissima.” esclamò il ragazzo.

“Riesci a sentire il sale?” chiese il maestro.

“No, per niente.” rispose il giovane.

Il maestro si sedette a fianco del giovane infelice, prese le sue mani e disse:

“Il dolore della nostra vita è come un pugno di sale; niente di più, niente di meno. La quantità di dolore nella nostra vita rimane sempre la stessa. Ma il sapore del nostro dolore dipende dal contenitore in cui lo poniamo. Quindi quando soffriamo, l’unica cosa che possiamo fare è di ampliare la nostra percezione delle cose. Smetti di essere un bicchiere, diventa un lago.”
Autore Sconosciuto

Dott. Roberto Cavaliere

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