ATTACCHI DI PANICO – DAP

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Una sera passeggiavo per un sentiero,

da una parte stava la città e sotto di me il fiordo.

Ero stanco e malato.

Mi fermai e guardai al di là del fiordo

– il sole stava tramontando –

le nuvole erano tinte di un rosso sangue.

Sentii un urlo attraversare la natura:

mi sembrò quasi di udirlo.

Dipinsi questo quadro,

dipinsi le nuvole come sangue vero.

I colori stavano urlando.

Edvard Munch

dipinto: Il grido (Munch 1893)

 

L’attacco di panico è una manifestazione d’ansia fortemente intensa, breve e transitoria, (generalmente dura solo qualche minuto) ma che causa, a chi la subisce, una notevole angoscia. Secondo il DSM-IV ( il manuale statistico psichiatrico) si ha la diagnosi di attacco di panico se sono presenti almeno 4 dei seguenti sintomi:

  • 1) palpitazioni o tachicardia;
  • 2) sudorazione;
  • 3) tremori;
  • 4) dispnea o sensazione di soffocamento;
  • 5) sensazione di asfissia;
  • 6) dolore al petto;
  • 7) nausea o disturbi addominali;
  • 8)sensazioni di sbandamento, instabilità o svenimento;
  • 9) derealizzazione o depersonalizzazione;
  • 10) paura di perdere il controllo o di impazzire;
  • 11) paura di morire;
  • 12)parestesie (sensazioni di torpore o formicolio);
  • 13 brividi o vamapate di calore.

Se sono presenti meno di 4 sintomi durante l’attacco si parlerà di attacco paucisintomatico.

L’attacco di panico, a meno che non sia provocato da una situazione altamente stressante o di pericolo (come un naufragio ad esempio), arriva, almeno le prime volte, in maniera improvvisa e del tutto imprevista, come “un fulmine a ciel sereno”. L’esperienza soggettiva riferita, piu’ comunemente, è di stare sul punto di morire o di subire un infarto miocardico o un ictus cerebrale. Infatti quasi tutti quelli che subiscono il primo attacco si precipitano al pronto soccorso dell’ospedale o chiamano il proprio medico temendo il peggio. Ma puntualmente i primi accertamenti escludono qualsiasi tipo di patologia fisica.Ed è proprio la presenza di questa intensa sintomatologia fisica che distingue l’attacco di panico da manifestazioni d’ansia anche forti. Infatti in quest’ultime emergono in primo piano aspetti emozionali e cognitivi ( apprensione, preoccupazione, tensione, ecc…) mentre la sintomatologia fisica è di sfondo. E, sopratutto, nella crisi d’ansia il soggetto attribuisce la sintomatologia fisica all’ansia stessa.Come già detto, dopo il primo attacco la visita medica ed i primi esami rassicurano sulle proprie condizioni fisiche. Molti, dopo la sensazione di euforia per lo scampato pericolo, non accettano l’origine psicologica della sintomatologia fisica e ritengono che il medico possa essersi sbagliato. Si sottopongono, conseguentemente, a tutta una serie di esami clinici che escluderanno qualsiasi patologia organica.Quando gli attacchi di panico si fanno inaspettati e ricorrenti, a cui fanno seguito, per un periodo non inferiore ad un mese, persistenti preoccupazioni di potere avere nuovi attacchi, con conseguente significative alterazioni del proprio comportamento, si parla di disturbo di panico. In poche parole è ” la paura di aver paura”. Nel prosieguo del tempo e degli attacchi è possibile che si diventi sensibili a luoghi o situazioni contestuali agli attachi di panico. Conseguentemente, si è tentati di evitare questi luogi o sitazioni ed addirittura si provi ansia al pensiero di doverle affrontare.Ciò può portare, secondo le statistiche, oltre un terzo dei casi a sviluppare un disturbo di panico con agorafobia, vale a dire con paura degli spazi aperti.Vari sono i modelli eziopatogenetici dell’attacco e del disturbo di panico. Uno dei più esplicativi circa l’insorgenza di attacchi di panico associata a fattori cognitivi, ritengo sia il modello di Clark (1986). Secondo questo modello, il disturbo di panico è il risultato di interpretazioni “catastrofiche” di normali reazioni corporee. La costante attenzione su dati provenienti dal proprio corpo e dall’ambiente favorisce uno costante stato d’apprensione, per la minaccia incombente che si verifichi un’attacco. Questo stato contribuisce ad elevare il livello d’ansia, gettando il soggetto in un circolo vizioso del tipo: sintomi somatici-cognitivi = interpretazione erronea = ansia Subentrano poi almeno tre fattori di mantenimento di questa “trappola” psicofisiologica: l’attenzione selettiva riguardo alle sensazioni corporee, i comportamenti protettivi associati alla situazione ed i comportamenti di evitamento.

Nel combattere gli attacchi di panico tenete a mente questi aforismi… terapeutici

Non è perchè le cose sono difiicili che noi non osiamo farle. E’ perchè noi non osiamo farle che le cose sono difficili. (Seneca)

Un uomo che teme di soffrire, soffre già di quello che teme. (Montaigne)

Non può vivere senza timori chi è causa del suo timore. (Epicuro)

La rinuncia è un suicidio quotidiano. (Honorè de Balzac)Il pauroso prima edifica i suoi timori, poi vi ci installa sopra. (E. Cioran)

Viviamo nella paura ed è così che non viviamo. (Buddha)

Porto addosso le ferite di tutte le battaglie che ho evitato. (F.Pessoa)

Guarda la paura in faccia e questa cesserà di turbarti. (Sri Yukteswar)

La lezione più importante che l’uomo possa imparare in vita non è che nel mondo esiste la paura ma che dipende da noi trarne profitto e che ci è consentito tramutarla in coraggio. (R. Tagore)

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

L’ANSIA

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Come per il concetto d’amore l’ansia, a meno che non la si consideri solo dal punto di vista patologico, può assumere mille significati e modalità diverse d’esprimersi. In questo piccolo spazio non tenterò di parlarne, rimandando per questo scopo all’enorme letteratura su di essa, ma proporrò un test valutativo d’autosomministrazione e cercherò di suggerire delle strategie utili per attenuarla. Se attuerete queste strategie, tutte insieme, per un po’ di tempo dei risultati li otterrete. A patto, però, di attuarle con una certa costanza e non facendovi scoraggiare da eventuali insuccessi iniziali e tenendo presente che il cammino per uscire dall’ansia è lungo, ma se siete determinati ce la farete.

1) Accettarla. Fondamentale è accettare di essere ansiosi, fa parte anche del nostro corredo genetico. Per realizzare ciò acconsentite a ricevere la vostra dipendenza. Accoglietela salutandola. Dimenandoci per combatterla riuscirete solo ad amplificarla. Invece, lasciatela fluire. Non si può risalire un fiume andando controcorrente. L’ansia fà parte di voi; combatterla è come combattere contro una parte di sé. Ciò non toglie che bisogna tenerla, in qualche modo sotto controllo, ed è lo scopo delle prossime strategie.

2) Praticare attività fisica. Fondamentale è svolgere ogni giorno attività fisica. Potete scegliere fra lo svolgere uno sport, frequentare una palestra o anche semplicemente passeggiare il più possibile. L’essenziale è svolgere tale attività ogni giorno e non esagerare al punto da farla diventare stressante. L’attività fisica libera le endorfine un neuromediatore che aiuta il nostro benessere psicologico.

3) Scrivere un report giornaliero. Scrivere di se stessi è già di per sé terapeutico. Inoltre per il fatto stesso di concentrarvi per scrivere vi distogliete dall’ansia. Giornalmente descrivete accuratamente l’ansia provata, il suo livello come si è manifestata. Importante è anche descrivere l’eventuale correlazione fra ansia provata ed eventuale situazione che l’ha potuta scatenare. Rileggendo, successivamente, a freddo quello che avete descritto potete “analizzarla” in maniera più obiettiva.

4) Rilassarsi. Rilassarsi può essere una lettura di un libro, praticare un hobby o adottare una tecnica di rilassamento. Spesso si pensa che per rilassarsi bisogna praticare necessariamente qualche tecnica, ma non sempre è così. Basta, a volte, una qualsiasi attività od hobby che non pratichiamo per mancanza di tempo, e che invece sarebbe utile per la nostra ansia. Ciò non toglie che è utile imparare qualche tecnica di rilassamento, che col tempo darà i suoi risultati.

5) Effettuare un’alimentazione corretta. Talvolta l’abuso di sostanze stimolanti come il tè, il caffè , la coca cola, la cioccolata, gli alcolici possono contribuire ad aumentare stati ansiosi. Di conseguenza e preferibile eliminarli completamente dalla dieta e aumentare i consumi di pane e pasta, anche a scapito della dieta.

6) Sostegno sociale. Il sostegno dei nostri familiari ed amici è importante. Più questa rete di sostegno sociale e larga, più ne trarrete giovamento. L’essenziale è non isolarsi.

7) Approfondite la conoscenza. Utile è approfondire la conoscenza dei meccanismi fisiologici e psicologici sottesi all’ansia. Una loro maggiore conoscenza aiuta a capirla ed a combatterla in maniera più efficace. Effettuate letture sull’argomento, partecipate a chat e forum su internet in cui si parla d’ansia. In psicologia ciò si chiama psicoeducazione ed è stata dimostrata l’utilità di quest’ultima.

Nell’attuare queste strategie tenete a mente questi aforismi… terapeutici

Non è perchè le cose sono difficili che noi non osiamo farle. E’ perchè noi non osiamo farle che le cose sono difficili. (Seneca)

Un uomo che teme di soffrire, soffre già di quello che teme. (Montaigne)Non può vivere senza timori chi è causa del suo timore. (Epicuro)

La rinuncia è un suicidio quotidiano. (Honorè de Balzac)

Il pauroso prima edifica i suoi timori, poi vi ci installa sopra. (E. Cioran)

Viviamo nella paura ed è così che non viviamo. (Buddha)

Porto addosso le ferite di tutte le battaglie che ho evitato. (F.Pessoa)

Guarda la paura in faccia e questa cesserà di turbarti. (Sri Yukteswar)

La lezione più importante che l’uomo possa imparare in vita non è che nel mondo esiste la paura ma che dipende da noi trarne profitto e che ci è consentito tramutarla in coraggio. (R. Tagore)

 

Dott. Roberto Cavaliere

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TEST SULL’ANSIA

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Ansia – Scala di autovalutazione dell’ ansia di Zung – SELF-RATING ANXIETY STATE (WWK Zung, 1971)

Leggi attentamente ciascuna delle 20 frasi elencate qui sotto: in che misura ciascuna di esse descrive come ti sei sentito nel corso di quest’ ultima settimana? Ti sei sentito così “quasi mai o raramente”, “qualche volta”, “spesso”, “quasi sempre”? Per ogni frase fai una crocetta nella colonna che ti sembra la più appropriata a descrivere come ti sei sentito.

Domanda: Quasi mai o raramente Qualche
volta
Spesso Quasi sempre
1) Mi sento più nervoso ed ansioso del solito
2) Mi sento impaurito senza alcun motivo
3) Mi spavento facilmente o sono preso dal panico
4) Mi sento a pezzi e mi sembra di stare per crollare
5) Mi sembra che tutto vada bene e che non capiterà niente di male
6) Mi tremano le braccia e le gambe
7) Sono tormentato dal mal di testa e dai dolori al collo e alla schiena
8) Mi sento debole e mi stanco facilmente
9) MI sento calmo e posso stare seduto facilmente
10) Sento che il mio cuore batte veloce
11) Soffro di vertigini
12) Mi sembra di stare per svenire
13) Respiro con difficoltà
14) Ho sensazioni di intorpidimento e di formicolio alle dita delle mani e dei piedi
15) Soffro di mal di stomaco o di indigestione
16) Ho bisogno di urinare spesso
17) Le mie mani sono in genere asciutte e calde
18) La mia faccia diventa facilmente calda e arrossata
19) Mi addormento facilmente e mi sveglio riposato
20) Ho degli incubi

ATTRIBUISCI I SEGUENTI PUNTEGGI

1 per quasi mai – 2 per qualche volta – 3 per spesso – 4 per quasi sempre e calcola il punteggio totale
RISULTATI:

• Punteggio compreso tra 20 e 31: livello d’ansia basso

• Punteggio compreso tra 32 e 43: livello d’ansia medio – basso

• Punteggio compreso tra 44 e 55: livello d’ansia medio

• Punteggio compreso tra 56 e 67: livello d’ansia medio – alto

• Punteggio compreso tra 68 e 80: livello d’ansia alto

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

COME GESTIRE L’ANSIA DA TERREMOTO

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La notizia di un terremoto, anche se non si risiede nella zona coinvolta e quindi non è stato avvertito in prima persona, può comunque comportare uno stato ansioso col timore che possa nell’immediato colpire anche la propria zona di residenza. Il timore infatti è che ciò che al momento riguarda “altri” prima o poi possa riguardare se stessi.
La paura del terremoto è una paura ancestrale che rimanda all’incapacità dell’uomo di controllare eventi naturali.
Questa paura ancestrale è amplificata in chi soffre d’ansia che tende a voler mantenere il controllo di tutto per poter gestire al meglio la propria ansia.
Cosa fare in questi casi ?
L’ansia del terremoto è un fenomeno emotivo per cui bisogna cercare di contrastarlo con processi razionali quali:
Il raccogliere informazioni di tipo tecnico e statistico sull’evento,
il leggere o l’ascoltare l’opinione di sismologi,
il ridurlo ad un fenomeno esterno a noi,
il non ascoltare o vedere le dirette televisive sull’evento se tendono a scuotere troppo emotivamente,
Questi accorgimenti razionali potrebbero sembrare egoistici, ma non significano non provare partecipazione o empatia per quello che è successo, ma hanno il solo scopo di ridurre solo l’eccessiva ansia associata a tali eventi.

Dottor Roberto Cavaliere

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