CORRELAZIONE TRA PROLATTINA E DISTURBI DELL’ UMORE

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La correlazione tra prolattina e disturbi dell’umore è oggetto di studio e interesse nella psiconeuroendocrinologia. La prolattina è un ormone prodotto principalmente dalla ghiandola pituitaria, noto per il suo ruolo nella regolazione della lattazione, ma ha anche effetti su altri sistemi corporei, incluso il sistema nervoso centrale.

Ecco alcune delle principali osservazioni sulla relazione tra prolattina e disturbi dell’umore:

✅1. Effetti della Prolattina sull’Umore: Alcune ricerche suggeriscono che alti livelli di prolattina (iperprolattinemia) possono essere associati a sintomi di depressione e ansia. Questo potrebbe essere dovuto all’interazione della prolattina con i neurotrasmettitori come la dopamina e la serotonina, che sono cruciali per la regolazione dell’umore.

✅2. Farmaci e Iperprolattinemia: Alcuni farmaci antipsicotici, che bloccano i recettori della dopamina, possono causare un aumento dei livelli di prolattina. Questo può portare a sintomi depressivi e ansiosi in alcuni pazienti. Al contrario, farmaci che riducono i livelli di prolattina possono avere effetti positivi sull’umore.

✅3. Cicli Ormonali Femminili: Nelle donne, i livelli di prolattina possono variare con i cicli mestruali e la gravidanza. Durante questi periodi, cambiamenti nei livelli di prolattina possono influenzare l’umore. Ad esempio, livelli elevati di prolattina postpartum sono stati collegati alla depressione post-partum.

✅4. Prolattina e Stress: La prolattina è anche coinvolta nella risposta allo stress. Livelli elevati di stress possono aumentare la secrezione di prolattina, che a sua volta può influire negativamente sull’umore.

✅5. Disturbi Psichiatrici: Alcuni studi hanno trovato che pazienti con disturbi dell’umore, come la depressione maggiore o il disturbo bipolare, possono avere livelli alterati di prolattina, anche se la natura di questa relazione non è ancora completamente chiara.

➡️In sintesi, c’è una correlazione tra i livelli di prolattina e i disturbi dell’umore, ma questa relazione è complessa e influenzata da molti fattori. Ulteriori ricerche sono necessarie per comprendere pienamente i meccanismi alla base di questa interazione e per sviluppare trattamenti più efficaci.

Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta. Studio professionale in Milano, Roma e Salerno. Possibilità di effettuare sedute tramite videochiamata.

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ORMONI CHE INFLUENZANO L’ UMORE

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Gli ormoni giocano un ruolo cruciale nella regolazione dell’umore e del benessere emotivo. Ecco alcuni degli ormoni principali che influenzano l’umore e come interagiscono:

✅1. Serotonina:
– Funzione: Spesso chiamata “ormone della felicità”, la serotonina è coinvolta nella regolazione dell’umore, del sonno, dell’appetito e della digestione.
– Interazione: Bassi livelli di serotonina sono associati a depressione e ansia. Molti antidepressivi, come gli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina), aumentano i livelli di serotonina nel cervello.

✅2. Dopamina:
– Funzione: Conosciuta come “ormone della ricompensa”, la dopamina è fondamentale per la motivazione, il piacere e la regolazione dell’umore.
– Interazione: Livelli alterati di dopamina possono contribuire a disturbi dell’umore come depressione, schizofrenia e disturbo bipolare.

✅3. Noradrenalina:
– Funzione: È un neurotrasmettitore e un ormone che influenza l’attenzione, la reattività allo stress e l’umore.
– Interazione: Livelli bassi di noradrenalina sono associati a depressione, mentre livelli eccessivi possono causare ansia.

✅4. Cortisolo:
– Funzione: Conosciuto come “ormone dello stress”, il cortisolo è prodotto in risposta a situazioni di stress.
– Interazione: Livelli cronicamente elevati di cortisolo possono portare a depressione, ansia e altri problemi di salute mentale.

✅5. Ossitocina:
– Funzione: Chiamata anche “ormone dell’amore”, l’ossitocina è coinvolta nella formazione dei legami sociali, nell’affetto e nella regolazione dell’ansia.
– Interazione: Aumenta durante le interazioni sociali positive, come l’abbraccio o l’allattamento, e può promuovere sentimenti di fiducia e riduzione dello stress.

✅6. Endorfine:
– Funzione: Questi sono neurotrasmettitori che agiscono come analgesici naturali e sono associati al piacere e alla riduzione del dolore.
– Interazione: Sono rilasciate durante l’esercizio fisico, il rilascio di stress e altre attività piacevoli, contribuendo a una sensazione di euforia.

✅7. Progesterone:
– Funzione: Un ormone sessuale che può avere un effetto calmante e ansiolitico.
– Interazione: Fluttuazioni nei livelli di progesterone, come quelle che avvengono durante il ciclo mestruale, la gravidanza e la menopausa, possono influenzare l’umore e il benessere emotivo.

✅8. Testosterone:
– Funzione: Un ormone sessuale che può influenzare l’umore, l’energia e l’aggressività.
– Interazione: Livelli bassi di testosterone possono essere associati a depressione e affaticamento, mentre livelli elevati possono aumentare l’aggressività e la competitività.

➡️Questi ormoni interagiscono tra loro e con altre sostanze chimiche nel cervello per modulare l’umore e il comportamento. Le disfunzioni o le fluttuazioni nei livelli di questi ormoni possono contribuire a vari disturbi dell’umore, e molte terapie psicofarmacologiche mirano a riequilibrare queste sostanze per migliorare il benessere mentale.

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LE DIFFERENZE TRA RIMUGINIO OSSESSIVO E RUMINAZIONE OSSESSIVA

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Il rimuginio ossessivo e la ruminazione ossessiva sono termini spesso utilizzati nel contesto della salute mentale, specialmente in relazione ai disturbi d’ansia e ai disturbi ossessivo-compulsivi. Nonostante possano sembrare simili, esistono delle differenze chiave tra i due concetti.

✅1. Rimuginio ossessivo (worrying):
– Definizione: Il rimuginio ossessivo è caratterizzato da pensieri persistenti e ricorrenti che riguardano preoccupazioni future, spesso ipotetiche e catastrofiche. Questo tipo di pensiero è tipico dei disturbi d’ansia, come il disturbo d’ansia generalizzato (GAD).
– Caratteristiche: Le persone che rimuginano tendono a preoccuparsi costantemente di eventi futuri o potenziali problemi, spesso in modo esagerato e fuori proporzione rispetto alla realtà. Questi pensieri sono percepiti come difficilmente controllabili e causano ansia e stress.
– Esempio: Preoccuparsi in modo ossessivo di perdere il lavoro, anche se non ci sono indicazioni concrete che ciò possa accadere.

✅2. Ruminazione ossessiva (rumination):
– Definizione: La ruminazione ossessiva riguarda la ripetizione mentale di pensieri negativi, eventi passati o emozioni dolorose. È spesso associata alla depressione, ma può anche presentarsi nei disturbi ossessivo-compulsivi.
– Caratteristiche: Le persone che ruminano tendono a concentrarsi ossessivamente su eventi negativi passati o su sentimenti di fallimento e tristezza, rianalizzandoli costantemente senza arrivare a una soluzione. Questo ciclo di pensieri peggiora l’umore e contribuisce a mantenere o aggravare lo stato depressivo.
– Esempio: Rivivere continuamente un errore commesso in passato e sentirsi costantemente in colpa per esso.

✅Differenze principali:
– Focalizzazione temporale: Il rimuginio ossessivo si concentra su preoccupazioni future, mentre la ruminazione ossessiva è centrata su eventi passati.
– Contesto emotivo: Il rimuginio ossessivo è maggiormente associato all’ansia, mentre la ruminazione ossessiva è legata alla depressione.
– Tipo di pensiero: Il rimuginio ossessivo riguarda scenari ipotetici e possibili minacce future, la ruminazione ossessiva si concentra su eventi già accaduti e sulle emozioni negative associate.

✅Entrambi i processi mentali possono essere debilitanti e influire negativamente sulla qualità della vita, ma richiedono approcci terapeutici diversi per essere gestiti efficacemente.

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LA DEPRESSIONE AGITATA O ANSIOSA : SINTOMI, CAUSE E TERAPIE

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La depressione agitata, nota anche come depressione ansiosa o depressione con agitazione psicomotoria, è una forma di depressione caratterizzata da una combinazione di sintomi depressivi e sintomi di agitazione e ansia. Questa condizione è particolarmente difficile da affrontare perché la persona non solo si sente profondamente depressa, ma è anche irrequieta e nervosa.

✅Sintomi
I sintomi della depressione agitata possono includere:
– Sentimenti persistenti di tristezza, disperazione o vuoto
– Irrequietezza fisica e incapacità di stare fermi
– Ansia intensa e preoccupazione costante
– Irritabilità e impazienza
– Movimenti fisici ripetitivi, come agitarsi, torcersi le mani, o camminare avanti e indietro
– Difficoltà di concentrazione e indecisione
– Pensieri di suicidio o autolesionismo
– Affaticamento e mancanza di energia, nonostante l’agitazione fisica

✅Cause
Le cause della depressione agitata non sono completamente comprese, ma si ritiene che siano una combinazione di fattori genetici, biologici, psicologici e ambientali:
– **Genetica:** Una predisposizione ereditaria alla depressione e ai disturbi d’ansia può aumentare il rischio.
– **Biologia:** Squilibri nei neurotrasmettitori del cervello, come la serotonina e la dopamina, possono contribuire.
– **Psicologia:** Eventi stressanti o traumatici possono scatenare o peggiorare la condizione.
– **Ambiente:** Fattori di stress cronico, come problemi finanziari, difficoltà relazionali o pressioni lavorative, possono giocare un ruolo significativo.

✅Terapie
Il trattamento della depressione agitata può includere una combinazione di terapie farmacologiche e psicoterapie:

– **Terapia farmacologica:**
– **Antidepressivi:** Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), gli inibitori della ricaptazione della serotonina e noradrenalina (SNRI) e altri antidepressivi possono aiutare a ridurre i sintomi depressivi.
– **Ansiolitici:** I farmaci ansiolitici possono essere utilizzati per gestire i sintomi di ansia e agitazione.
– **Stabilizzatori dell’umore:** In alcuni casi, possono essere prescritti stabilizzatori dell’umore per aiutare a controllare l’agitazione.

– **Psicoterapia:**
– **Terapia cognitivo-comportamentale (CBT):** Aiuta a identificare e modificare i pensieri negativi e i comportamenti disfunzionali.
– **Terapia interpersonale (IPT):** Può essere utile per migliorare le relazioni e affrontare i problemi interpersonali.
– **Terapia comportamentale:** Tecniche di rilassamento e gestione dello stress possono essere insegnate per aiutare a ridurre l’agitazione.

– **Stile di vita:**
– **Esercizio fisico:** L’attività fisica regolare può aiutare a ridurre i sintomi di depressione e ansia.
– **Alimentazione equilibrata:** Una dieta sana può influenzare positivamente l’umore e i livelli di energia.
– **Tecniche di rilassamento:** La meditazione, lo yoga e la respirazione profonda possono aiutare a gestire l’ansia e l’agitazione.

✅Un approccio integrato, personalizzato per le esigenze specifiche del paziente, è spesso il più efficace per gestire la depressione agitata.

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LA DISTIMIA: SINTOMI, CAUSE E TERAPIE

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La distimia, conosciuta anche come disturbo depressivo persistente, è una forma di depressione cronica meno grave ma più duratura rispetto alla depressione maggiore. La persona con distimia sperimenta sintomi depressivi per la maggior parte del tempo per almeno due anni (un anno nei bambini e negli adolescenti).

✅Sintomi
I sintomi della distimia includono:
– Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni
– Perdita di interesse o piacere nelle attività quotidiane
– Cambiamenti nell’appetito (aumento o diminuzione)
– Disturbi del sonno (insonnia o ipersonnia)
– Bassa energia o affaticamento
– Bassa autostima
– Difficoltà di concentrazione o difficoltà a prendere decisioni
– Sentimenti di disperazione

✅ Cause
Le cause della distimia non sono completamente comprese, ma si ritiene che siano una combinazione di fattori genetici, biologici, ambientali e psicologici:
– **Genetica:** Una storia familiare di disturbi depressivi può aumentare il rischio.
– **Biologia:** Squilibri chimici nel cervello, in particolare nei neurotrasmettitori come la serotonina, possono contribuire.
– **Ambiente:** Eventi stressanti o traumatici, come la perdita di una persona cara, difficoltà relazionali o problemi lavorativi, possono scatenare o esacerbare il disturbo.
– **Psicologia:** Certi tratti della personalità, come il pessimismo o la bassa autostima, possono aumentare la vulnerabilità alla distimia.

✅ Terapie
Il trattamento della distimia può includere una combinazione di terapie farmacologiche e psicoterapie:

– **Terapia farmacologica:** Gli antidepressivi, come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e gli inibitori della ricaptazione della serotonina e noradrenalina (SNRI), sono comunemente prescritti per alleviare i sintomi.

– **Psicoterapia:** La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è particolarmente efficace per aiutare i pazienti a identificare e modificare i pensieri negativi e i comportamenti associati alla depressione. Altre forme di psicoterapia, come la terapia interpersonale (IPT) e la terapia psicodinamica, possono anche essere utili.

– **Stile di vita:** Cambiamenti nello stile di vita, come una dieta equilibrata, esercizio fisico regolare, e una buona igiene del sonno, possono supportare il trattamento della distimia.

✅Un approccio combinato spesso risulta il più efficace, adattato alle esigenze individuali del paziente. La gestione a lungo termine è cruciale, data la natura cronica della distimia.

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LA TECNICA DELLA DESENSIBILIZZAZIONE SISTEMATICA

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La desensibilizzazione sistematica è una tecnica terapeutica utilizzata principalmente per trattare le fobie e altre forme di ansia. È stata sviluppata negli anni ’50 dallo psicologo Joseph Wolpe. La tecnica si basa sui principi del condizionamento classico e mira a ridurre gradualmente la risposta di ansia di una persona a un particolare stimolo fobico.

Il processo di desensibilizzazione sistematica generalmente comprende tre fasi principali:

➡️1. **Addestramento al rilassamento:** Il terapeuta insegna al paziente delle tecniche di rilassamento, come il rilassamento muscolare progressivo o la respirazione profonda. Questo è fondamentale perché il rilassamento serve a contrastare la risposta di ansia.

➡️2. **Costruzione di una gerarchia di paura:** Il paziente e il terapeuta creano una lista (gerarchia) degli stimoli ansiogeni relativi alla fobia, ordinati dal meno al più spaventoso. Ad esempio, se una persona ha paura dei cani, la gerarchia potrebbe iniziare con la visione di una foto di un cane e finire con l’interazione diretta con un cane.

➡️3. **Esposizione graduale agli stimoli della gerarchia:** Il paziente viene gradualmente esposto agli stimoli ansiogeni partendo dal meno spaventoso, utilizzando le tecniche di rilassamento per mantenere la calma. Si passa al livello successivo della gerarchia solo quando il paziente riesce a gestire l’ansia associata al livello corrente.

✅L’obiettivo finale della desensibilizzazione sistematica è che il paziente impari a rispondere agli stimoli ansiogeni senza provare ansia eccessiva, sostituendo così la risposta fobica con una risposta di rilassamento o indifferenza.

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RIFLESSIONI SULLA DEPRESSIONE

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Di seguito riporto una serie di Riflessioni sulla Depressione.

Provate ad individuare quali vi possono riguardare, direttamente o indirettamente, o provare delle risonanze personali.

La depressione è un’epidemia di portata mondiale. Nel 2020 secondo le stime dell’OMS la depressione sarà la più diffusa malattia del pianeta. Personalmente credo che la maggior parte delle depressioni abbiano le sue radici nella solitudine, ma la comunità medica preferisce parlare di depressione piuttosto che di solitudine. È più facile liberarci del problema dando una diagnosi e una scatola di farmaci. Perché se cominciassimo a parlare di solitudine, sapremmo, per certo, che non ci sono farmaci. Non c’è industria medica che tenga, basta l’amore umano.
(Patch Adams)

Dovunque mi fossi trovata, sul ponte di una nave o in un caffè di Parigi o a Bangkok, sarei stata sotto la stessa campana di vetro, a respirare la mia aria mefitica.
(Sylvia Plath)

La gente pensa che la depressione è la tristezza, il pianto o il vestirsi in nero, ma la gente non sa che la depressione è la costante sensazione di essere intorpidito. Ti svegli la mattina solo per tornare a letto.
(Anonimo)

La depressione non equivale al dolore; il vero depresso ringrazierebbe il cielo se riuscisse a provare dolore. La depressione è l’incapacità di provare emozioni. La depressione è la sensazione di essere morti mentre il corpo è ancora in vita. Non equivale affatto alla pena e al dolore, con i quali anzi non ha niente in comune. Il depresso è incapace di provare gioia, così come è incapace di provare dolore. La depressione è l’assenza di ogni tipo di emozione, è un senso di morte che per il depresso è assolutamente insostenibile. È proprio l’incapacità a provare emozioni che rende la depressione così pesante da sopportare.
(Erich Fromm)

L’unico modo per evitare di essere depressi è non avere abbastanza tempo libero per domandarsi se se si è felici o no.
(George Bernard Shaw)

Il momento in cui un uomo si interroga sul significato e sul valore della vita, egli è malato, dato che oggettivamente non esiste nessuna delle due cose; col porre questa domanda uno sta semplicemente ammettendo di avere una riserva di libido insoddisfatta provocata da qualcos’altro, una specie di fermentazione che ha condotto alla tristezza e alla depressione.
(Sigmund Freud)

Il dolore mentale è meno drammatico del dolore fisico, ma è più comune e anche più difficile da sopportare. Il tentativo di nascondere i frequenti dolori mentali ne aumenta il peso: è più facile dire “Il mio dente fa male” che dire “Il mio cuore è spezzato.”
(CS Lewis)

La depressione indica che in te, da qualche parte, c’è rabbia in uno stato negativo. La depressione è lo stato negativo della rabbia; il termine stesso è eloquente: dice che c’è qualcosa di compresso, è questo il significato di depresso. Stai comprimendo qualcosa dentro di te e, quando la rabbia è troppo repressa, diventa tristezza: la tristezza è un modo negativo di essere arrabbiati.
(Osho)

Forse tu non conosci la depressione. E la grande sofferenza, la fatica di vivere ogni giorno, avere sensi di colpa, rimpianti e angosce che risalgono a tempi lontani vissuti con il padre e la madre. La vita perde il suo colore, si è incapaci di provare piacere e gioia per qualsiasi evento. Il tempo sembra essersi fermato. Si guardano le persone care con la sensazione di non provare nessuna emozione: il calore dei sentimenti non riesce a passare la cortina di gelo che ci isola. Quando siamo in questo stato perdiamo gli amici e anche l’amore perché non siamo in grado di donare più nulla di buono. Non si ha il senso del futuro, tutto è legato al presente carico di noia e interminabile.
(Romano Battaglia)

Soffrire di depressione vuol dire non desiderare più nulla, non avere la forza di cambiare. Ci sentiamo soli anche in mezzo agli altri, che spesso non comprendono la nostra sofferenza. Siamo incapaci di amare e nello stesso tempo abbiamo un disperato bisogno di affetto.
(Romano Battaglia)

Il depresso è solo anche in mezzo agli altri, distaccato da tutto e da tutti. Incapace di amare, si sente inaridito, con un penoso senso di vuoto affettivo:
(Giovanni B. Cassano)

Chi è depresso vive con la mente rivolta indietro e nel passato individua colpe che «spiegano» la sua sofferenza oppure vi coglie i segni di predestinazione a una rovina senza fine.
(Giovanni B. Cassano)

La depressione è una forma di lucidità. E la lucidità è insopportabile.
(Pino Caruso)

La depressione è una reazione molto ragionevole a praticamente tutto quello che ci ritroviamo a vivere oggi.
(Chrystos)

La depressione si presenta sotto forma di realismo sul marciume del mondo in generale e della tua vita in particolare.
(Jonathan Franzen)

Lo stato depressivo non è assolutamente negativo e penso anzi che sia necessario, che porti alla riflessione e alla calma. Un’euforia permanente sarebbe troppo faticosa. Penso che si debba sempre mantenere questa sorta di interstizio, di vuoto, nel proprio spirito, nel proprio cuore.
(Jirō Taniguchi)

La depressione può dissolversi spontaneamente da un momento all’altro. Un bel giorno si va a letto la sera depressi e disperati e al mattino ci si sveglia cambiati: si sta bene di nuovo, la depressione ci ha lasciati. Non sappiamo il perché, ma accade. È un altro degli aspetti caratteristici di questa malattia dal decorso capriccioso e imprevedibile.
(Giovanni B. Cassano)

La depressione è psichicamente caratterizzata da un profondo e doloroso scoramento, da un venir meno dell’interesse per il mondo esterno, dalla perdita della capacità di amare, dall’inibizione di fronte a qualsiasi attività e da un avvilimento del sentimento di sé che si esprime in autorimproveri e autoingiurie e culmina nell’attesa delirante di una punizione. Questo quadro guadagna in intelligibilità se consideriamo che il lutto presenta – ad eccezione di una – le medesime caratteristiche; nel lutto non compare il disturbo del sentimento di sé, ma per il resto il quadro è lo stesso.
(Sigmund Freud, nel testo originale usa il termine “malinconia” per indicare “depressione”)

La rabbia è energizzante. L’opposto della rabbia è la depressione, che è la rabbia rivolta verso l’interno.
(Gloria Steinem)

La depressione è il voto di castità dei nostri sensi.
(Umar Timol)

La paura più profonda che abbiamo, “la paura di tutte le paure” è la paura di misurarsi con la paura del giudizio. E’ questa paura che crea lo stress e la depressione della vita quotidiana.
(Tulliano Tchividjian)

Che cos’è la depressione? Quella condizione dell’anima che si registra quando il mondo circostante non ci dice più nulla e il mondo immaginifico, quello dei nostri sogni e dei nostri progetti, tace avvolto da un silenzio così cupo e impenetrabile da impedire anche il più timido degli sguardi che osi proiettarsi nel futuro.
(Umberto Galimberti)

La prima funzione dell’antidepressivo è di mettere a tacere definitivamente il nostro cuore. E questo è il modo più sicuro per non entrare in dialogo, prima che con gli altri, con il profondo di noi stessi.
(Umberto Galimberti)

Il romanzo di Françoise Sagan, Bonjour tristesse, esce nel 1954. Un successo strepitoso, l’autrice aveva 18 anni. Il film, diretto da Otto Preminger, è del 1958. Tutto accade appena in tempo, se si pensa che l’imipramina, il primo antidepressivo, nasce nel 1957-8. Questione di pochi mesi e si sarebbe potuto scrivere al posto di Bonjour tristesse, Bonjour Imipramine. La tristezza è stata ammazzata: i tristi amori, scomparsi. Non esiste più nemmeno come parola, cancellata dall’ uso corrente. Morti anche termini come “inquietudine” (l’”inquieto è il mio cuore finché non riposa in Te” di Agostino); come “anelito”, “disperazione” (disperata attesa). Tutto è stato buttato dentro depressione e depressione si coniuga necessariamente a antidepressivo. Il demone sconfitto dal Bene dei farmaci, dalla chimica dalle formule magiche uscite dai laboratori scientifici delle grandi industrie farmaceutiche. La lotta tra il male, la depressione e il bene, l’imipramina o gli SSRI (Inibitori della ricaptazione della serotonina). Sarebbe tempo di occuparsi della uccisione delle parole, delitti che andrebbero puntiti severamente. E’ capitato anche per l’angoscia, l’angustia, la trepidazione, il timore, il tremore (interiore). Il grande capolavoro di Kierkegaard
(Vittorino Andreoli)

Tutto è anxiety e depression. Tutto è antidepressivo e ansiolitico. La vita dei sentimenti si è impoverita e ormai per essere certi di non avere una prescrizione di psicofarmaci bisogna non avvertire più niente, essere sentimentalmente vuoti. Aveva ragione Benedetto Croce: se eliminiamo le parole scompaiono i concetti e oggi — egli direbbe — persino i sentimenti. Forse anche per questo i poeti tacciono, temono di essere tutti curati per anxiety and depression.
Bisognerebbe ripartire dall’uomo, e non dai sintomi e dai farmaci, per fare una nuova psichiatria.
(Vittorino Andreoli)

Usare la parola “depressione” per descrivere un comportamento inspiegabile o violento manda due falsi segnali: primo, che la società non ha nessuna responsabilità per quanto riguarda la nostra felicità, perché l’infelicità è una condizione medica; secondo, che una persona depressa corre il pericolo di compiere atti abominevoli.
(Anne Skomorowsky)

Chi vive un lutto sperimenta cinque fasi di elaborazione del dolore, cinque tappe in cui si relaziona con ciò che è costretto ad affrontare: negazione o rifiuto, rabbia, contrattazione o patteggiamento, depressione e accettazione.
(Elisabeth Kubler-Ross)

Ci sono casi, casi patologici per così dire di depressione spirituale, in cui la lettura può diventare una specie di disciplina terapeutica ed essere demandata e ripetutamente sollecitata a reintrodurre perpetuamente una coscienza pigra nella sua vita spirituale. In questi casi i libri assumono un ruolo analogo a quello degli psicoterapeuti con certi nevrotici.
(Marcel Proust, Del piacere di leggere)

La nostra vita è in altalena. Oscilliamo tra aggressione e depressione.
(Michael Richter)

L’anima del depresso non è più solcata dai residui della speranza. E le parole che alla speranza alludono, le parole di tutti, più o meno sincere, le parole che non si rassegnano, le parole che insistono, le parole che promettono, le parole che vogliono guarire languono tutte attorno al depresso, come rumore insensato.
(Umberto Galimberti)

La radice della creatività si ritrova nel bisogno di ricostruire l’oggetto buono distrutto nella fase depressiva.”
(Melanie Klein)

Molte persone vorrebbero piuttosto essere certe di essere depresse, piuttosto che rischiare di essere felici.
(Robert Anthony)

Tu non sei felice perché stai bene. Tu stai bene perché sei felice. Tu non sei depresso perché ti sono capitati dei guai, ma i guai ti sono capitati perché eri depresso. Tu puoi cambiare i tuoi pensieri e i tuoi sentimenti, e poi le cose esterne cambieranno per uniformarsi, e non vi è davvero altro modo di lavorare.
(Emmet Fox)

Non ci sono depressioni incurabili. Occorre ripeterlo senza stancarsi a chi ne soffre: è una malattia che, come molte altre, con i trattamenti migliora rapidamente, fino a scomparire. Quando non se ne esce, si tratta o di depressioni non curate o di depressioni mal curate. Oppure di altre malattie.
(Giovanni B. Cassano)

La depressione può uccidere, sia chi ne soffre, sia chi gli sta accanto. Ma per chi trova la forza e la capacità di scendere all’inferno e guardare in faccia il “male oscuro” (nella celebre definizione di Giuseppe Berto), di sciogliere con pazienza ed intelligenza tutti i nodi della sua psiche, di affrontare con tenacia i fallimenti, il premio è l’acquisizione di una nuova consapevolezza. La lotta alla depressione è una gloriosa lotta di liberazione di sé stessi e delle proprie potenzialità, un meraviglioso seppur doloroso viaggio nella propria interiorità alla scoperta del proprio valore e della propria forza.
(Vittorino Andreoli)

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private (anche telefoniche o via Skype) tel.320-8573502 email:cavaliere@iltuopsicologo.it

LA “PAURA LIQUIDA”

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Il libro “Paura Liquida” del sociologo Baumann rappresenta una lettura utile al fine di comprendere le paure che attraversano la nostra società ed i nostri tempi, con conseguenti ripercussioni personali ed individuali. Di seguito riporto un brano significativo del libro.

“Le occasioni di aver paura sono una delle poche cose che non scarseggiano in questi nostri tempi tristemente poveri di certezze, garanzie e sicurezze. Le paure sono tante e varie. Ognuno ha le sue, che lo ossessionano, diverse a seconda della collocazione sociale, del genere, dell’età e della parte del pianeta in cui è nato e ha scelto di (o è stato costretto a) vivere. Il guaio è che tali paure non sono tutte uguali fra loro. Dato che arrivano una alla volta, in successione ininterrotta ma casuale, esse sfidano i nostri (eventuali) sforzi di collegarle tra loro e ricondurle alle loro radici comuni. Ci spaventano di più perché risultano difficili da abbracciare nella loro totalità, ma ancor di più per il senso di impotenza che suscitano in noi. Non riuscendo a comprenderne le origini e la logica (ammesso che ci sia), ci troviamo al buio e incapaci di prendere provvedimenti – e, a maggior ragione, di prevenire o contrastare i pericoli che esse ci segnalano. Siamo semplicemente privi di strumenti e capacità a tal fine. I rischi che temiamo trascendono la nostra capacità di agire; finora non siamo nemmeno riusciti a definire chiaramente come dovrebbero essere gli strumenti e le capacità adeguate – e dunque siamo ben lontani dal poter iniziare a progettarli e realizzarli. Ci troviamo in una situazione non molto diversa da quella di un bambino disorientato; per riprendere l’allegoria utilizzata tre secoli fa da George Christoph Lichtenberg, se un bambino urta contro un tavolo, dà la colpa a quest’ultimo, mentre per casi simili noi abbiamo coniato la parola “destino” contro cui lanciare accuse”.

(Zygmunt Bauman, “Paura liquida”, editori Laterza)

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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GERASCOFOBIA: LA PAURA DI INVECCHIARE

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La Gerascofobia è la paura d’invecchiare con il timore di tutte le conseguenze dell’invecchiamento quali il decadimento fisico e/o psicologico.

Si può presentare già appena dopo i 30 anni con i primi segnali, sopratutto fisici sul corpo, del tempo che passa.

Tale paura è legata sia a caratteristiche personali, quali ansia e insicurezza, che a fattori socioligici che tendono a privilegiare l’efficienza e la perfezione sia fisica che psicologica.

Come uscirne ? E’ necessario individuare le cause personali che scatenano tale fobia e predisporre un piano terapeutico ad hoc per affrontare e superare tali cause.

Di seguito una “riflessione terapeutica” che può aiutare a superare tale paura.

NON IMPORTA QUANTI ANNI HO
Ho l’età in cui le cose si osservano con più calma, ma con l’intento di continuare a crescere.
Ho gli anni in cui si cominciano ad accarezzare i sogni con le dita e le illusioni diventano speranza.
Ho gli anni in cui l’amore, a volte, è una folle vampata, ansiosa di consumarsi nel fuoco di una passione attesa.
E altre volte, è un angolo di pace, come un tramonto sulla spiaggia.
Quanti anni ho, io? Non ho bisogno di segnarli con un numero, perché i miei desideri avverati, le lacrime versate lungo il cammino al vedere le mie illusioni infrante valgono molto più di questo.
Che importa se compio venti, quaranta o sessant’anni!
Quel che importa è l’età che sento.
Ho gli anni che mi servono per vivere libero e senza paure.
Per continuare senza timore il mio cammino, perché porto con me l’esperienza acquisita e la forza dei miei sogni.
Quanti anni ho, io? A chi importa!
Ho gli anni che servono per abbandonare la paura e fare ciò che voglio e sento.
José Saramago

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

LA TERAPIA DELL’ASSENZA DELLE EMOZIONI NEGATIVE

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Il seguente brano del filosofo Schopenhauer aiuta a riflettere sul senire il dolore, la preoccupazione, la paura ed altre emozioni negative ma non la loro assenza. Solitamente le emozioni negative sono quelle che si avvetono maggiormente e più difficilmente ma sarebbe necessario allenarsi anche a sentire la mancanza delle emozioni negative come momenti di serenità e piacere.

Una sorte di terapia basata sull’assenza delle emozioni che fanno stare male.

Roberto Cavaliere

Noi sentiamo il dolore, ma non l’assenza del dolore; sentiamo la preoccupazione, ma non l’assenza della preoccupazione; la paura, ma non la sicurezza. Sentiamo il desiderio, così come la fame e la sete; ma non appena è soddisfatto, succede come per il boccone che, nel momento in cui viene inghiottito, cessa di esistere per la nostra sensibilità. Sentiamo amaramente la mancanza di piaceri e di gioie, quando non ci sono; dei dolori invece non sentiamo direttamente la mancanza, anche se non ne proviamo da parecchio tempo, tutt’al più ce ne ricordiamo per mezzo della riflessione. Solo dolore e mancanza infatti possono venire sentiti positivamente, e dunque si fanno sentire da sé: il benessere invece è solo in negativo. Perciò noi ci rendiamo conto direttamente dei beni più grandi della vita, salute, giovinezza e libertà, solo quando le abbiamo perdute: perché anch’esse sono negazioni. Dei giorni felici della nostra vita ci accorgiamo solo quando hanno ormai lasciato il posto a giorni felici.

Arthur Schopenhauer da Il mondo come volontà e rappresentazione

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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