Di seguito riporto una serie di Riflessioni sulla Depressione.
Provate ad individuare quali vi possono riguardare, direttamente o indirettamente, o provare delle risonanze personali.
La depressione è un’epidemia di portata mondiale. Nel 2020 secondo le stime dell’OMS la depressione sarà la più diffusa malattia del pianeta. Personalmente credo che la maggior parte delle depressioni abbiano le sue radici nella solitudine, ma la comunità medica preferisce parlare di depressione piuttosto che di solitudine. È più facile liberarci del problema dando una diagnosi e una scatola di farmaci. Perché se cominciassimo a parlare di solitudine, sapremmo, per certo, che non ci sono farmaci. Non c’è industria medica che tenga, basta l’amore umano.
(Patch Adams)
Dovunque mi fossi trovata, sul ponte di una nave o in un caffè di Parigi o a Bangkok, sarei stata sotto la stessa campana di vetro, a respirare la mia aria mefitica.
(Sylvia Plath)
La gente pensa che la depressione è la tristezza, il pianto o il vestirsi in nero, ma la gente non sa che la depressione è la costante sensazione di essere intorpidito. Ti svegli la mattina solo per tornare a letto.
(Anonimo)
La depressione non equivale al dolore; il vero depresso ringrazierebbe il cielo se riuscisse a provare dolore. La depressione è l’incapacità di provare emozioni. La depressione è la sensazione di essere morti mentre il corpo è ancora in vita. Non equivale affatto alla pena e al dolore, con i quali anzi non ha niente in comune. Il depresso è incapace di provare gioia, così come è incapace di provare dolore. La depressione è l’assenza di ogni tipo di emozione, è un senso di morte che per il depresso è assolutamente insostenibile. È proprio l’incapacità a provare emozioni che rende la depressione così pesante da sopportare.
(Erich Fromm)
L’unico modo per evitare di essere depressi è non avere abbastanza tempo libero per domandarsi se se si è felici o no.
(George Bernard Shaw)
Il momento in cui un uomo si interroga sul significato e sul valore della vita, egli è malato, dato che oggettivamente non esiste nessuna delle due cose; col porre questa domanda uno sta semplicemente ammettendo di avere una riserva di libido insoddisfatta provocata da qualcos’altro, una specie di fermentazione che ha condotto alla tristezza e alla depressione.
(Sigmund Freud)
Il dolore mentale è meno drammatico del dolore fisico, ma è più comune e anche più difficile da sopportare. Il tentativo di nascondere i frequenti dolori mentali ne aumenta il peso: è più facile dire “Il mio dente fa male” che dire “Il mio cuore è spezzato.”
(CS Lewis)
La depressione indica che in te, da qualche parte, c’è rabbia in uno stato negativo. La depressione è lo stato negativo della rabbia; il termine stesso è eloquente: dice che c’è qualcosa di compresso, è questo il significato di depresso. Stai comprimendo qualcosa dentro di te e, quando la rabbia è troppo repressa, diventa tristezza: la tristezza è un modo negativo di essere arrabbiati.
(Osho)
Forse tu non conosci la depressione. E la grande sofferenza, la fatica di vivere ogni giorno, avere sensi di colpa, rimpianti e angosce che risalgono a tempi lontani vissuti con il padre e la madre. La vita perde il suo colore, si è incapaci di provare piacere e gioia per qualsiasi evento. Il tempo sembra essersi fermato. Si guardano le persone care con la sensazione di non provare nessuna emozione: il calore dei sentimenti non riesce a passare la cortina di gelo che ci isola. Quando siamo in questo stato perdiamo gli amici e anche l’amore perché non siamo in grado di donare più nulla di buono. Non si ha il senso del futuro, tutto è legato al presente carico di noia e interminabile.
(Romano Battaglia)
Soffrire di depressione vuol dire non desiderare più nulla, non avere la forza di cambiare. Ci sentiamo soli anche in mezzo agli altri, che spesso non comprendono la nostra sofferenza. Siamo incapaci di amare e nello stesso tempo abbiamo un disperato bisogno di affetto.
(Romano Battaglia)
Il depresso è solo anche in mezzo agli altri, distaccato da tutto e da tutti. Incapace di amare, si sente inaridito, con un penoso senso di vuoto affettivo:
(Giovanni B. Cassano)
Chi è depresso vive con la mente rivolta indietro e nel passato individua colpe che «spiegano» la sua sofferenza oppure vi coglie i segni di predestinazione a una rovina senza fine.
(Giovanni B. Cassano)
La depressione è una forma di lucidità. E la lucidità è insopportabile.
(Pino Caruso)
La depressione è una reazione molto ragionevole a praticamente tutto quello che ci ritroviamo a vivere oggi.
(Chrystos)
La depressione si presenta sotto forma di realismo sul marciume del mondo in generale e della tua vita in particolare.
(Jonathan Franzen)
Lo stato depressivo non è assolutamente negativo e penso anzi che sia necessario, che porti alla riflessione e alla calma. Un’euforia permanente sarebbe troppo faticosa. Penso che si debba sempre mantenere questa sorta di interstizio, di vuoto, nel proprio spirito, nel proprio cuore.
(Jirō Taniguchi)
La depressione può dissolversi spontaneamente da un momento all’altro. Un bel giorno si va a letto la sera depressi e disperati e al mattino ci si sveglia cambiati: si sta bene di nuovo, la depressione ci ha lasciati. Non sappiamo il perché, ma accade. È un altro degli aspetti caratteristici di questa malattia dal decorso capriccioso e imprevedibile.
(Giovanni B. Cassano)
La depressione è psichicamente caratterizzata da un profondo e doloroso scoramento, da un venir meno dell’interesse per il mondo esterno, dalla perdita della capacità di amare, dall’inibizione di fronte a qualsiasi attività e da un avvilimento del sentimento di sé che si esprime in autorimproveri e autoingiurie e culmina nell’attesa delirante di una punizione. Questo quadro guadagna in intelligibilità se consideriamo che il lutto presenta – ad eccezione di una – le medesime caratteristiche; nel lutto non compare il disturbo del sentimento di sé, ma per il resto il quadro è lo stesso.
(Sigmund Freud, nel testo originale usa il termine “malinconia” per indicare “depressione”)
La rabbia è energizzante. L’opposto della rabbia è la depressione, che è la rabbia rivolta verso l’interno.
(Gloria Steinem)
La depressione è il voto di castità dei nostri sensi.
(Umar Timol)
La paura più profonda che abbiamo, “la paura di tutte le paure” è la paura di misurarsi con la paura del giudizio. E’ questa paura che crea lo stress e la depressione della vita quotidiana.
(Tulliano Tchividjian)
Che cos’è la depressione? Quella condizione dell’anima che si registra quando il mondo circostante non ci dice più nulla e il mondo immaginifico, quello dei nostri sogni e dei nostri progetti, tace avvolto da un silenzio così cupo e impenetrabile da impedire anche il più timido degli sguardi che osi proiettarsi nel futuro.
(Umberto Galimberti)
La prima funzione dell’antidepressivo è di mettere a tacere definitivamente il nostro cuore. E questo è il modo più sicuro per non entrare in dialogo, prima che con gli altri, con il profondo di noi stessi.
(Umberto Galimberti)
Il romanzo di Françoise Sagan, Bonjour tristesse, esce nel 1954. Un successo strepitoso, l’autrice aveva 18 anni. Il film, diretto da Otto Preminger, è del 1958. Tutto accade appena in tempo, se si pensa che l’imipramina, il primo antidepressivo, nasce nel 1957-8. Questione di pochi mesi e si sarebbe potuto scrivere al posto di Bonjour tristesse, Bonjour Imipramine. La tristezza è stata ammazzata: i tristi amori, scomparsi. Non esiste più nemmeno come parola, cancellata dall’ uso corrente. Morti anche termini come “inquietudine” (l’”inquieto è il mio cuore finché non riposa in Te” di Agostino); come “anelito”, “disperazione” (disperata attesa). Tutto è stato buttato dentro depressione e depressione si coniuga necessariamente a antidepressivo. Il demone sconfitto dal Bene dei farmaci, dalla chimica dalle formule magiche uscite dai laboratori scientifici delle grandi industrie farmaceutiche. La lotta tra il male, la depressione e il bene, l’imipramina o gli SSRI (Inibitori della ricaptazione della serotonina). Sarebbe tempo di occuparsi della uccisione delle parole, delitti che andrebbero puntiti severamente. E’ capitato anche per l’angoscia, l’angustia, la trepidazione, il timore, il tremore (interiore). Il grande capolavoro di Kierkegaard
(Vittorino Andreoli)
Tutto è anxiety e depression. Tutto è antidepressivo e ansiolitico. La vita dei sentimenti si è impoverita e ormai per essere certi di non avere una prescrizione di psicofarmaci bisogna non avvertire più niente, essere sentimentalmente vuoti. Aveva ragione Benedetto Croce: se eliminiamo le parole scompaiono i concetti e oggi — egli direbbe — persino i sentimenti. Forse anche per questo i poeti tacciono, temono di essere tutti curati per anxiety and depression.
Bisognerebbe ripartire dall’uomo, e non dai sintomi e dai farmaci, per fare una nuova psichiatria.
(Vittorino Andreoli)
Usare la parola “depressione” per descrivere un comportamento inspiegabile o violento manda due falsi segnali: primo, che la società non ha nessuna responsabilità per quanto riguarda la nostra felicità, perché l’infelicità è una condizione medica; secondo, che una persona depressa corre il pericolo di compiere atti abominevoli.
(Anne Skomorowsky)
Chi vive un lutto sperimenta cinque fasi di elaborazione del dolore, cinque tappe in cui si relaziona con ciò che è costretto ad affrontare: negazione o rifiuto, rabbia, contrattazione o patteggiamento, depressione e accettazione.
(Elisabeth Kubler-Ross)
Ci sono casi, casi patologici per così dire di depressione spirituale, in cui la lettura può diventare una specie di disciplina terapeutica ed essere demandata e ripetutamente sollecitata a reintrodurre perpetuamente una coscienza pigra nella sua vita spirituale. In questi casi i libri assumono un ruolo analogo a quello degli psicoterapeuti con certi nevrotici.
(Marcel Proust, Del piacere di leggere)
La nostra vita è in altalena. Oscilliamo tra aggressione e depressione.
(Michael Richter)
L’anima del depresso non è più solcata dai residui della speranza. E le parole che alla speranza alludono, le parole di tutti, più o meno sincere, le parole che non si rassegnano, le parole che insistono, le parole che promettono, le parole che vogliono guarire languono tutte attorno al depresso, come rumore insensato.
(Umberto Galimberti)
La radice della creatività si ritrova nel bisogno di ricostruire l’oggetto buono distrutto nella fase depressiva.”
(Melanie Klein)
Molte persone vorrebbero piuttosto essere certe di essere depresse, piuttosto che rischiare di essere felici.
(Robert Anthony)
Tu non sei felice perché stai bene. Tu stai bene perché sei felice. Tu non sei depresso perché ti sono capitati dei guai, ma i guai ti sono capitati perché eri depresso. Tu puoi cambiare i tuoi pensieri e i tuoi sentimenti, e poi le cose esterne cambieranno per uniformarsi, e non vi è davvero altro modo di lavorare.
(Emmet Fox)
Non ci sono depressioni incurabili. Occorre ripeterlo senza stancarsi a chi ne soffre: è una malattia che, come molte altre, con i trattamenti migliora rapidamente, fino a scomparire. Quando non se ne esce, si tratta o di depressioni non curate o di depressioni mal curate. Oppure di altre malattie.
(Giovanni B. Cassano)
La depressione può uccidere, sia chi ne soffre, sia chi gli sta accanto. Ma per chi trova la forza e la capacità di scendere all’inferno e guardare in faccia il “male oscuro” (nella celebre definizione di Giuseppe Berto), di sciogliere con pazienza ed intelligenza tutti i nodi della sua psiche, di affrontare con tenacia i fallimenti, il premio è l’acquisizione di una nuova consapevolezza. La lotta alla depressione è una gloriosa lotta di liberazione di sé stessi e delle proprie potenzialità, un meraviglioso seppur doloroso viaggio nella propria interiorità alla scoperta del proprio valore e della propria forza.
(Vittorino Andreoli)
Dott. Roberto Cavaliere
Psicologo, Psicoterapeuta
Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)
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