DIPENDENZE SPIRITUALI
Mai come adesso è attuale il problema delle dipendenze spirituali, lì dove quelle fisiche e mentali si sono gia ampiamente espresse. Esempio la dipendenza da sostanze stupefacenti per liberare la mente dai condizionamenti del mondo dei consumi (figli dei fiori). Dipendenza dalla psicoterapia di tutti i generi e dagli psicoterapeuti (analisi interminabili) nel tentativo di comprendere il confine tra libertà e integrazione sociale.
Insomma il bisogno di reintegrazione per l’individuo è un tema ricorrente, così come gli effetti disgreganti della civiltà, come essa è andata a svilupparsi degli ultimi decenni, sono visibili in molteplici forme di dipendenza che l’individuo ha generato per ricostruire quell’unità scissa tra mass media, moda, narcisismo, frustrazioni e mancanze.
In tal senso la dipendenza “salvifica” porta però ad una condizione regressiva dove ci appare tutto più semplice e dove ci sembra di non dover fare sforzi per chiedere le cose perché tutto è gia bello e pronto in dosi preconfezionate. In tal modo siamo persi nella simbiosi con l’altro o con una sostanza che ci invischia. A questo punto tutto è funzionale per addormentarsi: alcol, farmaci, fumo, relazioni malate da cui non riusciamo a staccarci, rappresentano una condizione di costante ubriacatura che ci anestetizza evitando il contatto col dolore e con la sofferenza interiore. Un disordine alimentare che sembra nutrirci ma che manifesta continui bisogni mai soddisfatti in pieno. Anche una sessualità appariscente e bella da vedersi, la vanità ricercata con modificazioni continue del corpo, in questo caso anche dipendenti dal bisturi e dal silicone.
Dipendenze anche nelle movenze sciolte e disinvolte di giovani generazioni che reclamano avidamente libertà scambiandola con atteggiamenti nullafacenti o con metalli infissi nel corpo: si riesce ad evitare il ricovero solo perché ormai si è capito che la dipendenza è normale.
Il processo per la disintossicazione da tutto questo verte su alcuni punti fondamentali. Prima capire quali sono le origini dell’uomo per poi comprendere dove andare a cercare la natura persa in una realtà sintetica che ha falsato anche i rapporti ed i contatti tra le persone ed ovviamente con noi stessi.
Si deve però essere capaci di riconoscere quale sostanza genera la propria dipendenza e quale aspetto di no stessi coinvolga;
Nel secolo scorso era sensato parlare in termini di dipendenze psicologiche, dove tutto appariva dipendere dall’educazione e dai traumi che primariamente si addebitavano ai nostri genitori. Oggi si continua con una New-Age nel pensare che tutto dipende da un potere superiore che risiede in noi e nell’universo intero, e che può spiegarci chi siamo e da dove veniamo e cosa sono la vita e la morte. L’ennesima ammissione dei limiti dell’uomo; il pensiero che una forza superiore sia in grado di spiegare l’origine dei nostri problemi non più dovuta a cose riconoscibili con l’analisi dei fatti. Nasce così la domanda nei confronti di forze superiori e rivolte a maestri nel contesto di pratiche spirituali: la lista delle persone in attesa è enorme.
L’offerta varia, dalla meditazione, lo yoga a pratiche mistiche. I costituiscono per questo vere e proprie organizzazioni e comunità come vere e proprie sette cui affidare la propria anima persa. Vi è all’interno chi è capace di sostenerci, ma a sostenerci è ancora qualcos’altro da noi ed è ancora una volta impossibile assumersi le proprie responsabilità: perseguitati della dipendenza.
Perché oggi incombe il problema della dipendenza spirituale.
Le comunità per la disintossicazione da sostanze stupefacenti dovranno far spazio a quelle per il recupero dalla dipendenza affettiva e spirituale.
Ma i principi sono sempre gli stessi: la mancanza.
La solitudine, l’insicurezza ed il senso di colpa per non aver soddisfatto qualcuno o se stessi in quanto ideale.
La vita di ognuno di noi è intossicata dal “peccato” (peccato che non l’ho fatto …o che non sono così…). È per questo abbiamo bisogno di una riabilitazione che ci riscatti dal vuoto e dalle carenze.
L’importante per ognuno di noi è rendersi conto di questo bisogno di riempire buchi con l’illusione di trovare soluzioni a basso costo energetico. La sostanza questa volta è ancora più sottile e risiede in una materia imponderabile e sottile. Una sostanza che può venderci chiunque e renderci schiavi senza che c’è ne rendiamo conto, perché stavolta non c’è nessuna sostanza materiale da iniettare: tutto passa direttamente attraverso il nulla, come si ama definire il problema spirituale rispetto a quello concreto e materiale.
GUGLIELMO DE MARTINO
Maestro Yoga e Shiatsu
Psicologo, Psicoterapeuta
Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)
per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Fornisci il tuo contributo!