LA MEDIAZIONE FAMILIARE
“La Mediazione Familiare in materia di divorzio e di separazione è un processo nel quale un terzo neutrale e qualificato (il mediatore), viene sollecitato dalle parti per fronteggiare la riorganizzazione resa necessaria dalla separazione, nel rispetto del quadro legale esistente.
La Mediazione opera per ristabilire la comunicazione tra i coniugi.
Questo è il mezzo adottato per pervenire ad un obiettivo concreto: la realizzazione di un progetto di organizzazione delle relazioni in seguito alla separazione o al divorzio, che tenga in considerazione i bisogni di ogni membro della famiglia. La Mediazione è confidenziale.
La Mediazione Familiare in materia di separazione o di divorzio non è una consulenza legale, ne una consulenza coniugale, ne una terapia individuale o di coppia”.
(dalla Carta europea sulla formazione dei mediatori familiari, 1992}
Destinatari della Mediazione Familiare sono genitori divorziati, separati o che intendono separarsi, che siano disponibili ad essere presenti insieme durante tutto il percorso della Mediazione.
Le motivazioni delle persone che si rivolgono alla Mediazione Familiare sono costituite sia dal bisogno di aiuto e sostegno nella gestione del conflitto, sia dal desiderio di favorire la crescita serena dei figli Gli scopi della Mediazione Familiare sono la ricerca di accordi funzionali e soddisfacenti che risolvano la rigida controversia, e la successiva stesura di un programma condiviso, personalizzato ed equo che riguarda la gestione della vita quotidiana con i figli: gli orari e le modalità di visita, le vacanze, gli aspetti economici e le scelte educative.
Il mediatore familiare è un professionista che ha acquisito una specifica preparazione, secondo le indicazioni della Carta europea.
E’ un interlocutore dei genitori che lavora con attenzione imparziale, garante delle regole della Mediazione e del segreto professionale. Ha il compito di facilitare la comunicazione nella coppia e di dare spazio agli aspetti emotivi e conflittuali che rendono difficile la relazione.
Il mediatore sostiene e favorisce il mantenimento del ruolo per entrambi i genitori, mettendoli nella condizione di individuare i possibili accordi necessari per una riorganizzazione dei rapporti e delle relazioni tra entrambi i genitori e i figli.
Il suo ruolo non è sostitutivo né competitivo rispetto ad altre figure professionali quali il perito, l’avvocato, lo psicoterapeuta di coppia, anche se ha conoscenze psicologiche e giuridiche.
Il metodo di intervento della Mediazione Familiare si basa su una visione del conflitto come elemento di realtà legato all’evento della separazione, attiva la responsabilità e l’autonomia personale dei genitori nel prendere le decisioni che definiranno aspetti della nuova realtà di vita con i loro figli; utilizza alcune regole esplicite, quali: la neutralità del mediatore; la “tregua” delle azioni legali tra le parti durante la Mediazione stessa; la compresenza dei genitori ai colloqui e il loro impegno alla trasparenza; l’impossibilità del mediatore di testimoniare in tribunale.
Il contesto ambientale della Mediazione, “setting”, è uno spazio di incontro neutrale, strutturato e autonomo rispetto all’ambito giudiziario e offre la garanzia della più assoluta riservatezza.
Il percorso si articola in una serie di colloqui della durata massima di due ore ciascuno, con modalità e intervalli da stabilire a seconda dei casi.
E’ previsto un primo momento informativo e di accettazione delle regole della Mediazione, seguito da una verifica della definizione del problema comune e delle concrete situazioni sulle quali si vuole trovare l’accordo.
Il mediatore invita a consultare un avvocato preventivamente, per l’informazione sulle procedure legali, qualora ciò non sia già avvenuto.
Questo percorso dà spazio agli aspetti emotivi, si incentra sui bisogni dei genitori e dei figli, individua tutte le opzioni possibili per raggiungere accordi equi e condivisi.
A conclusione del percorso, gli accordi raggiunti vengono stesi in forma scritta e possono essere utilizzati dai genitori nell’iter legale.
I valori culturali di riferimento della Mediazione Familiare riguardano il rispetto, il dialogo, la corresponsabilità nei confronti dei figli.
Nel momento difficile della separazione in cui i sentimenti negativi e distruttivi potrebbero prendere il sopravvento, la Mediazione Familiare offre la opportunità di costruire positivamente il proprio futuro di genitori, attraverso un dialogo diretto e immediato; stimola la comprensione di sé e dell’altro senza scavare nel passato; cerca, valorizzando sia il ruolo materno che quello paterno, di ridare importanza ad entrambi i genitori affinché il figlio non abbia ad essere penalizzato o peggio strumentalizzato nelle controversie di coppia.
La Mediazione Familiare riesce quindi a dare alle persone che vivono la separazione come fatto luttuoso e pericoloso, una prospettiva meno angusta, positiva e ricca di speranze, in cui la colpevolizzazione lascia il posto alla responsabilizzazione.
Per poter attuare la Mediazione Familiare con successo occorre adoperarsi al meglio per diffondere una mentalità nuova, tesa alla valorizzazione delle persone e alla conseguente propensione al dialogo.
Ciò permetterà di promuovere una “separazione responsabile”, e non “accusatoria”, nella quale i diritti dell’infanzia e la corresponsabilità educativa dei genitori sono messi in primo piano.
In una cultura che riconosce come fondamentali questi valori e quindi la necessità di un intervento competente quando questi sono messi in crisi, la Mediazione Familiare non potrà che affermarsi.
Nel contesto socioculturale attuale la crisi di coppia porta sempre più frequentemente a scelte di separazione e di divorzio.
Psicologo, Psicoterapeuta
Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)
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