Tratto da “Diario di scuola” di Daniel Pennac edito da Feltrinelli
…..vi fosse una correlazione tra una classe e un’orchestra.
“Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l’armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un’orchestra che suona la stessa sinfonia. E se hai ereditato il piccolo triangolo che sa fare solo tin tin, o lo scacciapensieri che fa soltanto bloing bloing, la cosa importante è che lo facciano al momento giusto, il meglio possibile, che diventino un ottimo triangolo, un impeccabile scacciapensieri, e che siano fieri della qualità che il loro contributo conferisce all’insieme. Siccome il piacere dell’armonia li fa progredire tutti, alla fine anche il piccolo triangolo conoscerà la musica, forse non in maniera brillante come il primo violino, ma conoscerà la stessa musica.
Il problema è che vogliono farci credere che nel mondo contino solo i primi violini. E alcuni colleghi si credono dei Karajan che non sopportano di dover dirigere la banda del paese. Sognano tutti la Filarmonica di Berlino, è comprensibile….”
Ai prof. Mancano dei corsi di ignoranza!………la vostra primaria qualità dovrebbe essere la capacità di immaginare la condizione di colui che ignora tutto ciò che voi sapete. Sogno un esame di abilitazione in cui si chieda al candidato di ricordare un insuccesso scolastico e di cercare di capire che cosa gli sia successo quell’anno. Accuserebbe il professore, è un trucco che conosco…….Si dovrebbe chiedere al candidato di scavare più in profondità, di cercare davvero di capire perché quell’anno si è arenato. Di cercare dentro di se, intorno a se, nella sua testa, nel suo cuore,nel suo corpo, nei suoi neuroni, nei suoi ormoni, di cercare ovunque. E di ricordarsi anche come se l’è cavata! I mezzi che ha usato!le famose risorse!
…bisognerebbe chiedere agli aspiranti professori i motivi per i quali si sono dedicati a questa materia piuttosto che a un’altra…….. insomma è necessario che coloro che pretendono di insegnare abbiano una visione chiara del loro percorso scolastico. Che riprovino un poco la loro condizione di ignoranza se vogliono avere una minima possibilità di tirarcene fuori.
Disturbi dell’apprendimento
I disturbi delle capacità scolastiche sarebbero presenti in circa il 15% dei bambini che frequentano la scuola, esordendo nell’arco della scuola elementare, più o meno precocemente, anche a seconda della gravità del disturbo. E’ possibile che possano evidenziarsi già nell’ultimo anno di scuola materna, anche se va posta molta cautela nel formulare tale ipotesi (in particolare è possibile osservare difficoltà nella seriazione, nella classificazione e nell’uso del segno grafico).
Le difficoltà di apprendimento rappresentano un disturbo dello sviluppo che può compromettere tutto l’apprendimento scolastico e la maturazione della personalità. È importante distinguere tra disturbi specifici e disturbi generici dell’apprendimento.
Nel caso dei disturbi specifici, le difficoltà mostrate da un bambino riguardano una difficoltà isolata e circoscritta, in una situazione in cui il livello scolastico globale e lo sviluppo intellettivo sono nella norma e non sono presenti deficit sensoriali. È possibile comunque che vi sia una correlazione tra difficoltà diverse: ad esempio una dislessia può essere associata ad una disortografia.
Dislessia : difficoltà a riconoscere e comprendere i segni associati alla parola.
Disgrafia : disturbo della scrittura nella riproduzione dei segni alfabetici e numerici con tracciato incerto, irregolare. E’ una difficoltà che investe la scrittura ma non il contenuto.
Disortografia : è una difficoltà che riguarda il contenuto della scrittura. In genere nel soggetto affetto si riscontrano difficoltà a scrivere le parole usando tutti i segni alfabetici e di collocarli al posto giusto e a rispettare le regole ortografiche (accenti, apostrofi, forme verbali etc.).
Discalculia : difficoltà specifica del calcolo in uno sviluppo normale e in assenza di disturbi affettivi. Il disturbo specifico invece è presente anche se il bambino è stato opportunamente stimolato, ma sono presenti deficit funzionali, cognitivi, percettivi, espressivi e motori.
Le difficoltà generiche (nel calcolo, nella scrittura, nella lettura) in genere sono transitorie e meno gravi e sono imputabili ad una scarsa esperienza di certe attività, per carenza di stimoli ambientali o da errori educativi che richiedono in “anticipo” alcune prestazioni anziché altre.
Questa distinzione è necessaria perché molte volte vengono denominati dislessici, bambini che non lo sono affatto e che magari hanno soltanto un disturbo generico transitorio.
Frequentemente questi disturbi comportano difficoltà di tipo emotivo e sono associati ad altri disturbi specifici di sviluppo o a turbe della condotta.
Disagio affettivo-relazionale-familiare
Rientrano in questa categoria tutte le carenze sociali e ambientali che, in ambito familiare e non, producono manifestazioni riscontrabili nelle difficoltà di apprendimento o si presume che possono nel tempo produrle. È importante tenere conto gli elementi culturali specifici ed aver escluso origini di tipo organico e cognitivo.
Disturbi d’ansia
Si parla di disturbi d’ansia quando vi sono evidenti manifestazioni di sofferenza legate alla separazione dalle persone affettivamente significative (genitori), alla presenza di persone non familiari (insegnanti, operatori scolastici). A volte queste manifestazioni non sono legate alla presenza di persone o eventi specifici.
Disturbi della condotta
Vengono così definiti modalità comportamentali abituali di violazione delle regole del vivere comune o dei diritti degli altri (regole naturalmente rapportate e relazionate all’età del soggetto) che tendono ad esprimersi nei vari ambiti sociali. È importante il riscontro abituale di tali modalità, poiché solo in questo caso sono riconducibili ad un disagio profondo del soggetto e non momentaneo.
Disturbi dell’identità di genere
In questi casi, il bambino sembra “rifiutare”, con evidente disagio, il proprio sesso, desiderando intensamente di appartenere al sesso opposto e cercando di conformarsi al relativo modello comportamentale. Si deve sottolineare che per parlare di un possibile disturbo dell’identità di genere non è sufficiente un generico interesse per i giochi del sesso opposto: si può dire che, ad esempio, nessuna bambina ha un comportamento così femminile come il maschio che presenta disturbi nell’identità di genere.
Disturbi da tic
I tic sono movimenti involontari rapidi, improvvisi e senza finalità che tendono a ripetersi con un ritmo irregolare e in modo stereotipo nella parte del corpo interessata.
Disturbi delle funzioni evacuative
Nel caso della encopresi l’evacuazione si presenta in assenza di patologia organica ed è persistente, per lo più involontaria, ed avviene nei vestiti o in sedi inappropriate, in un’età in cui il bambino dovrebbe aver acquisito il normale controllo sfinterico (che in genere accade verso i 4 anni). L’enuresi è l’emissione di urine involontaria, talvolta volontaria, in sedi inappropriate, solitamente i vestiti o il letto, in bambini di un’età (almeno 5 anni) in cui il controllo della minzione dovrebbe già essere stato acquisito. Si può parlare comunque di enuresi quando si presenti tale manifestazione almeno dopo 18 mesi dall’acquisizione di un normale controllo della minzione.
Disturbi del linguaggio
Queste difficoltà comprendono disturbi dell’articolazione della parola, del linguaggio espressivo e della ricezione del linguaggio.
Nel periodo compreso tra i 3 e i 6 anni circa il 10% dei bambini presenta difficoltà nell’articolazione dei suoni e non si arricchisce delle consonanti più evolute: sono frequenti gli errori, le omissioni, le sostituzioni.
Il disturbo del linguaggio espressivo consiste in una grande limitazione del vocabolario, che risulta al di sotto della soglia di evoluzione rispetto all’età, povero, telegrafico.
Il disturbo della ricezione del linguaggio, che si presenta come esordio intorno ai 4 anni, riguarda la comprensione che, a seconda dei casi , interesserà frasi semplici o espressioni più differenziate od evolute.
Il farfugliamento consiste in un’esposizione particolarmente rapida e poco comprensibile, si presenta in genere dopo i 7 anni.
La balbuzie è invece caratterizzata da anormalità del ritmo e della melodia del discorso con ripetizioni, esitazioni e blocchi soprattutto all’inizio delle parole o delle sillabe. Solitamente ha un esordio intorno ai 5 anni.
Disturbo da deficit di attenzione con iperattività
Tale disturbo è caratterizzato dalla mancanza di attenzione, da impulsività e iperattività motoria non adeguata per l’età del soggetto. I sintomi si rilevano soprattutto nelle situazioni di gruppo, prevalentemente a scuola.
Dott. Rosalia Cipollina