L’ipersessualità o dipendenza sessuale o sex addiction è un disturbo psicologico-comportamentale nel quale il soggetto ha l’ ossessione patologica di avere rapporti sessuali o comunque di pensare al sesso, sviluppando, quindi, una dipendenza dal sesso identico a quella che si può avere per un qualsiasi tipo di droga.
L’ipersessualità e conosciuta, popolarmente come ninfomania per le donne e satiriasi per gli uomini. La ninfomania e la satiriasi non sono elencate come malattie nel DSM-IV (Manuale diagnostico e statistico dei disordini mentali) perché nella comunità scientifica e specialistica non si è raggiunto il consenso sul fatto che la dipendenza sessuale esista effettivamente e su come descrivere il fenomeno. Gli esperti sono divisi nel considerare l’ipersessualità come:
- un’effettiva dipendenza, al pari di altre come l’alcolismo e la tossicodipendenza. L’atto, in questo caso quello sessuale, verrebbe utilizzato per gestire lo stress o i disturbi della personalità e dell’umore;
- una forma di disturbo ossessivo-compulsivo e si riferiscono ad essa come compulsione sessuale;
- un prodotto di contesti ed influenze culturali e di altro tipo.
L’ipersessualità comporta un’attitudine dell’uomo o della donna a essere pronti, in qualsiasi luogo e con qualsiasi persona, a fare sesso oppure a praticare atti di masturbazione (a volte anche compulsiva), esibizionismo e voyeurismo. Tale indole può assumere il carattere di “sconvenienza” nell’ambito sociale, inoltre, per il comune senso del pudore (nonostante oggigiorno vi sia una tendenza alla maggiore apertura nei costumi sociali), è opportuno non dare eccessivo spazio alle manifestazioni sessuali che potrebbero costituirsi come un’infrazione della legge nei casi di atti osceni in luogo pubblico o di molestie sessuali. Per colui che ne soffre, potrebbero prima o poi deteriorarsi i rapporti affettivi e relazionali (anche gradualmente), compromettendo di conseguenza altre attività quotidiane e sociali dell’individuo. Il soggetto affetto da dipendenza sessuale può avere livelli più alti, rispetto alla media della popolazione, di disturbi della personalità e dell’umore quali ansia, depressione, aggressività, ossessività e compulsività.
Le conseguenze di una dipendenza sessuale possono essere molteplici, ma non necessariamente si presentano contemporaneamente in tutti i soggetti, inoltre possono essere più o meno accentuate a seconda del livello, della gravità e del tipo di dipendenza.
Tra le conseguenze indotte dalla dipendenza sessuale possono essere citate:
- Stress fisico
- Deterioramento delle relazioni sociali
- Diminuzione della memoria a breve termine e di sintesi;
- Opacità cognitiva e diminuzione delle abilità cognitive quali: intuito, astrazione, sintesi, creatività, concentrazione;
- Diminuzione del rendimento fisico; stanchezza cronica
- Alterazione del sonno
- Aumento dell’ansia, senso di frustrazione, apatia
- Disorientamento progettuale: incapacità di operare scelte importanti o di cambiamento
- Svalutazione di sé, tristezza, malinconia e depressione; irrequietezza; isolamento sociale.
- Saturazione attrattiva e affettiva, difficoltà di innamoramento.
- Variazione delle consuete relazioni sessuali: il soggetto cerca di ricreare con il proprio partner uno schema osceno.
La dipendenza patologica è in taluni casi progressiva, aumentando di intensità col presentarsi concomitante di una forma di saturazione sessuale. Per poter soddisfare la propria pulsione può verificarsi nel soggetto la ricerca sempre più intensa di rapporti sessuali tendenti all’osceno o al perverso. Tali aspetti dovrebbero essere contestualizzati in un ambito di disagio psicologico-psichiatrico. D’altra parte, ancora oggi, l’interesse della psichiatria verso la sessualità e i problemi sessuali dei pazienti affetti da disturbi mentali è tiepido: da ciò consegue una possibile impreparazione del clinico nell’affrontare e nel gestire la dimensione sessuale del suo assistito.
Il clinico potrebbe trovarsi quindi nella disagevole condizione di utilizzare la propria esperienza come unico metro di misura del comportamento sessuale. L’evento sessuale rischia paradossalmente di essere “accettato” o “rifiutato” a seconda del fatto che sia in accordo con ciò che il clinico ritiene possa appartenere alle categorie del “buono” o del “cattivo”; in questo caso verrebbe meno una capacità di comprensione che trascenda i luoghi comuni, e che quindi possa fornire paradigmi esplicativi utili ad una gestione scientificamente corretta della domanda e del disagio sessuale del paziente disfunzionale. Il soggetto portatore di un disturbo è innanzi tutto una persona con una propria identità, orientamento, preferenze e conflittualità inerenti alla sessualità, elementi che si articolano con le strutture psicopatologiche dei disturbi mentali e si declinano in “neosessualità”, la cui complessità deve essere “interpretata” più che etichettata.
L’avvento di Internet e la conseguente facilità di accesso alla pornografia, sembrerebbero avere influenza sull’aumento dei casi di dipendenza sessuale.
La causa, secondo alcuni clinici, può essere dovuta a traumi o disturbi di tipo psichico ma, più in generale, è sconosciuta come del resto lo è l’eziologia di molti altri comportamenti sessuali che differiscono dalla norma.
Il disturbo, investendo naturalmente il campo psicologico, viene di norma affrontato con psicoterapia individuale o di gruppo, all’interno della quale viene applicato un metodo leggermente diverso da quello usato nell’astinenza (utilizzato ad es. nelle dipendenze da alcol e droghe), un procedimento che si prefigge l’obiettivo di spingere il soggetto a superare l’ossessiva percezione del bisogno e ritornare ad avere un sano rapporto con la sessualità. Nei casi più ostinati, accanto alla psicoterapia, possono essere impiegati farmaci di tipo ansiolitico e terapie farmacologiche in grado di attenuare la libido.
Esistono diverse associazioni che utilizzano il metodo della terapia di “auto aiuto” di gruppo per tematiche relative alla dipendenza dal sesso e ipersessualità e molti componenti dichiarano di aver ottenuto buoni risultati con il metodo dei gruppi di sostegno.
Testimonianza
ho appena finito un rapporto che durava ormai da 3 anni ma con grossi problemi dal mio punto di vista:
credo di essere una ragazza molto focosa ma il mio fidanzato non e’ mai riuscito a soddisfarmi questo perche’ secondo me un po’ per la mancata espeirenza sessuale (io sono la sua 2 fidanzata ) un po’ per motivi religiosi non siamo mai stati in sintonia sessualmente.
Il problema e’ sorto dal momento in cui ho cominciato a tradirlo 1,2,3,4 piu’ volte con diversi uomini da questo ho dedotto che non potevo continuare cosi’ .
Non sono mai stata accettata in casa sua proprio per questi motivi non sono mai riuscita a essere fedele se non nel momento in cui i miei ormoni “dormivano” lui mi ha sempre perdonato dicendo che il sesso non conta quanto l’affinita’ di testa che ha con me…
La mia domanda e’ si puo’ avere una rapporto senza una buona attivita’ sessuale?
Ho frequentato anche un ragazzo che sessualmente mi appagava ma appena lo sentivo parlare mi cadevano le braccia sentivo che lui non era l’uomo per me nonostante mi piacerebbe ancora adesso avere rapporti con lui visto che sono molto liberi,cioe’ nel rapporto c’e’ l’apporto di video porno giochi etc…
pero’ poi entra in gioco la parte riflessiva di me e penso che mi piacerebbe continuare col mio vecchio fidanzato senza pero’ avere questi “disturbi” irrefrenabili di fare l’amore o meglio sesso.
C’e un farmaco che puo’ tenere a bada i miei impulsi sessuali?
mi chiedo se nel tempo potro’ mai avere una famiglia visto che soffro di questi disturbi.
Non si preoccupi, non ha bisogno di farmaci e riuscirà a farsi una famiglia. Probabilmente in lei può esserci un’attegiamento compulsivo verso il sesso, ma non una “malattia”. Per “mitigare” quest’attegiamento compulsivo sono necessarie tre cose. Innanzitutto che faccia luce dentro di sè al fine di capire se questa ricerca compulsiva possa nascondere altri tipi di problematiche di disagio interiore. Solitamente le dipendenze sessuali nascondono un “vuoto” interiore. Bisognerebbe stabilire che tipo di “vuoto” c’è in lei.
Successivamente deve trovare un partner con cui abbia una piena intesa non solo affettiva ma anche sessuale.
Infine non si colpevolizzi troppo per la sua “focosità”. E’ un pregiudizio culturale quello che vuole che la donna non abbia la stessa “focosità” dell’uomo in campo sessuale.
Dott. Roberto Cavaliere
Psicologo, Psicoterapeuta
Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)
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