LA PSICOANALISI
La psicoanalisi (da psico-, psiche, anima, più comunemente “mente”, e -analisi : analisi della mente) è nata ad opera di Sigmund Freud ed è una teorizzazione sulla psicologia umana su cui si fondano una prassi e una disciplina psicoterapeutiche.
Innanzitutto la psicoanalisi è una “teoria dell’inconscio” perché nell’indagine dell’attività mentale umana essa si rivolge soprattutto a quei fenomeni psichici che risiedono al di fuori della coscienza.
In secondo luogo la psicoanalisi è una prassi terapeutica. Essa quindi nasce come tecnica di cura; nello specifico come cura dei disturbi mentali e, all’origine, come cura dell’isteria e successivamente dei fenomeni psicopatologici chiamati nevrosi.
La psicoanalisi, dunque, nasce per curare determinati disturbi mentali indagando le dinamiche inconsce dell’individuo. Fino alla fine dell’800 tali disturbi venivano trattati da psichiatri e neurologi tramite ospedalizzazioni a scopo rieducativo o con l’utilizzo dell’ipnosi. Freud (neurologo e fruitore dell’ipnosi) ipotizzò che alla base dei disturbi mentali fosse riscontrabile un conflitto tra richieste psichiche contrarie. Egli formulò tre ipotesi, una successiva all’altra, riguardo la genesi del conflitto: 1) tra principio di piacere e principio di realtà (cioè tra la necessità di soddisfare il “piacere” interno e il necessario confronto con il mondo reale); 2) tra pulsioni sessuali e pulsioni di autoconservazione (o dell’Io); 3) tra pulsioni di vita e pulsioni di morte.
Come prassi terapeutica, quindi, la psicoanalisi pone tra gli obiettivi principali la risoluzione di tale conflitto, possibile attraverso l’indagine dell’inconscio del paziente. Principali metodi per affrontare tale indagine sarebbero l’analisi delle associazioni libere, degli atti mancati e dei sogni. Attraverso essa sarebbe possibile accedere ai “contenuti rimossi dalla coscienza” che si suppone generino il conflitto. Successivamente furono elaborati altri concetti chiave come quello di transfert, controtransfert, resistenza (e in generale meccanismo di difesa), tutti considerati fondamentali per un corretto processo terapeutico.
Con l’avanzare delle conoscenze nel campo e in campi limitrofi (psicologia, neuroscienze, psichiatria, infant research, teoria dell’attaccamento, social cognition…) la teoria classica è andata incontro a rimaneggiamenti e ampliamenti. Da essa si sono staccate diverse costole che hanno dato vita a nuove scuole di pensiero riconducibili al filone psicoanalitico. Tra queste ricordiamo la psicologia analitica di Carl Gustav Jung e la psicologia individuale di Alfred Adler, entrambi eminenti allievi di Freud. In più è doveroso ricordare le tre grandi scuole di psicologia derivate direttamente dalla teoria classica: la psicologia dell’Io (guidata in particolar modo dalle teorie di Anna Freud, figlia di Sigmund), la psicologia delle relazioni oggettuali (con a capo le teorie di Melanie Klein e Wilfred Bion, da cui poi si staccò il gruppo della cosidetta “scuola indipendente”) e la psicologia del Sé (concepita da Heinz Kouht), che si focalizzano maggiormente su altri aspetti della vita psichica intra- ed inter-soggettiva. La concezione originale di Freud, comunque, per quanto sottoposta anch’essa a revisioni e ampliamenti (si pensi alle teorie di Heinz Hartmann o Edith Jacoboson), è tutt’ora seguita e utilizzata da numerosi psicoanalisti.
Psicologo, Psicoterapeuta
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